Book Bloggers Blabbering | intervista a Fabrizia, Il mondo urla dietro la porta

Come ormai dovreste sapere da un'idea di a clacca piace leggere è nato il BBB, Book Bloggers Blabbering, appunto.

Ovvero: 11 blogger si raccontano. Ogni settimana una di loro verrà intervistata da un'altra blogger e ospitata sulla sua pagina. 11 settimane per scoprire qualcosa di più sui bookblog e sopratutto sulle loro creatrici, per scoprire nuovi luoghi dove parlare di libri, nuove persone davvero carine e simpatiche (e saccenti, tipo me).




Tutte le interviste (trovate i link al previous on BBB in fondo a questo post) si compongono di cinque domani uguali per ciascuna, più altre cinque create esclusivamente per l'intervistata. 

Quando è giunto il momento di scegliere chi volevamo intervistare mi son presa al volo l'occasione per tartassare di domande Fabrizia de Il mondo urla dietro la porta. 
Se non conoscete questo blog male, molto male. Fabrizia legge un sacco di cose belle e non esita a consigliarvele, e ammetto, che abbiamo parecchi gusti in comune. Entrambe siamo amanti del perturbante e non esiteremmo a tuffarci nel maelstrom per incontrare da vicino un Grande Antico. Ha un sacco di belle rubriche che spaziano da le grandi scrittrici per Maestre del racconto a Le(ec)citazioni. 
Ma insomma chi c'è dietro questo blog? Quali segreti nasconde? 
Scusate sono in modalità Rita Skeeter. 
Enjoy:

Com'è iniziata la tua avventura da lettrice?


Non inizia proprio come avventura da lettrice ma da chi ascolta leggere. E a leggere era mia madre, la sera, con un librone delle fiabe dei fratelli Grimm. Tutti i ricordi di bambina, come spesso mi accade, sono mescolati in una melassa luminosa a tratti nostalgica o imbarazzante, ma questi momenti li ricordo distintamente. La lettura ad alta voce esercitava su di me un potere inspiegabile che poi cercavo di replicare quando iniziavo a mettere insieme le mie letture. 

Se c'è un libro che ha cambiato il mio modo di leggere e percepire le storie è il Battello a vapore dei racconti fantastici e del terrore di Edgar Allan Poe. Una pubblicazione elegante che poteva entrare in quei posti dove non mi era permesso guardare. Era il mio piccolo segreto e mi piace pensare che i segreti più belli, quelli con i propri genitori, siano i più spontanei e affamati. Portavo il libro ovunque e guardavo le immagini della mummia o dello scarabeo d'oro. Provavo una paura strana che era più una sfida. E non mi sono più fermata.

Com'è nata l'idea di aprire un blog e condividere le tue letture con un pubblico?

Nasce dalla me ragazza, una persona che ora per me sarebbe una sconosciuta. Avevo letto pochissimo all'epoca e cercavo qualcuno da cui avere consigli ed essere guidata. Nasce dalla convinzione di avere qualcosa da dire e di cercare il modo di dirlo. Sto ancora cercando e potrei farlo all'infinito. 

Qual è il tuo libro del cuore e perché ce lo consiglieresti?

Non c'è un vero e proprio libro del cuore o forse non l'ho ancora trovato. Parlerei di punti fermi nel tempo (e qui Doctor Who potrebbe correre in nostro aiuto). Rivelazioni, ecco.
Da Edgar Allan Poe a Lovecraft il passo è stato breve e, altrettanto breve, la scoperta di Stephen King. La mia lettura del Re è impreparata e incompleta ma ricordo benissimo il potere rivelatore di Salem's Lot. C'è del marcio in America e la sua scoperta avviene non con un dramma, una storia romantica, ma viene fuori chiaramente con l'horror, dove l'horror dimostra il suo potere rivelatore. Lo stesso vale per Carrie e vale anche per opere più prolisse come L'ombra dello scorpione, nato come epopea alla Signore degli anelli versione kinghiana.
Da qui sono arrivati gli americani e sono arrivati nel modo più libero e spensierato possibile. Primo fra tutti Fiesta di Hemingway, dalla penna sempre precisa nel sapere dove colpire personaggi e lettore, che ha dato inizio al mio amore per un tipo di narrazione ricamata sull'autore e amplificata nella scrittura. Lo stesso vale per Il grande Gatsby e, allontanandomi temporalmente e stilisticamente, per i racconti di Carver e per quelli di Flannery O'Connor.
Ultimamente con la rubrica Maestre del Racconto mi sto interessando anche all'autofiction e a come diverse autrici rileggono parti della vita nella finzione.


Letture per Maestre del Racconto.

Dietro le quinte: come si svolge la giornata tipo di una bookblogger?

Abbastanza confusionaria. Da circa due anni non vivo più di 12 mesi nello stesso posto. Spostarmi da un luogo all'altro influenza le cose che scrivo e pubblico (in effetti era questa l'idea dalla quale è nata la rubrica Geografie Letterarie).

Un vantaggio e uno svantaggio di essere una bookblogger.

Il vantaggio è accedere al mondo animato dell'editoria. Si è sempre spettatori e lettori, certo, ma il bookblogger mette in atto una critica e rimaneggia i tempi editoriali. Così magari se un libro si è perso tra gli scaffali, perché non ha fatto in tempo ad avere lo spazio che meritava, il blogger può recuperarlo, anche solo per una nicchia di persone. 
Una conseguenza è lo svantaggio di non riuscire a stare al passo con la continua uscita di titoli e novità. Cerco di avere una visione completa del panorama editoriale italiano, tra i più affascinanti a mio parere, anche se continuamente a rischio crisi, mantiene una variabilità sorprendente. Dall'altro non riesco a restituire lo spazio che vorrei a tutti i libri che leggo o che vorrei leggere. E questo, a volte, è frustrante. Perciò la risposta più ovvia negli ultimi anni è stata la biblioteca.

Il tuo blog ha delle rubriche interessantissime, ma tra tutte la mia preferita è sicuramente Le (ec)citazioni. Sono sempre di citazioni molto belle e di una profondità spiccata, unite all'invito di un'ottima lettura. Quali sono i libri con le tue (ec)citazioni preferite e quali sono gli scrittori che pensi siano più in grado di scavare così intimamente nel personaggio?

Mi pare di averlo incluso nelle citazioni, comunque, quando si tratta di scavare nel personaggio ora mi viene da pensare soprattutto a Franzen e al suo Libertà. Ma la mia (ec)citazione preferita in assoluto è la prima (https://ilmondourladietrolaporta.wordpress.com/2015/10/02/le-eccitazioni-1-david-foster-wallace-e-i-meccanismi-interni-dellamore-senza-amore/ ), tratta da Infinite Jest David Foster Wallace rappresenta la frizione tra i meccanismi dell'inconscio e del suo rapporto con l'esterno. Lui scava nel personaggio in una maniera mai vista prima, a volte incomprensibile, complessa che per i lettori potrebbe rimanere sconosciuta.

Un'altra rubrica (perdonami, ma io le adoro) è Geografie Letterarie. Quali luoghi letterari vorresti visitare e con quali autori?

C'è un libraio della città dove sono nata, particolarmente abile e bravo nel suo mestiere, che mi ha detto: “ma tu sei ancora nella fase americana!”. L'America è lontanissima e inimmaginabile. Mi sono accorta del suo ascendente su di me è l'immenso calderone di storie, spesso disimpegnate, ironiche, malinconiche, ma non per questo veritiere. E poi amo le spavalde contraddizioni, il continuo tendere a un concetto aleatorio come il sogno americano (e la sua continua reinvenzione). Inutile dire che vorrei visitare l'America, prima o poi. Inizierei da New York per un viaggio sulla costa orientale.Ma non è detto che non riesca ad accontentarmi della cara vecchia Europa e, perché no, dell'Italia.





Mi sembra che anche tu, come me, sia una consumatrice folle di serie tv. Personalmente penso che alcune abbiamo raggiunto una qualità superiore alla media, tanto da essere opere narrative di altissimo livello. Quali sono alcune serie imprescindibili a tuo parere? (Se hai anche qualche guilty pleasure dì pure! I guilty pleasure sono sempre benvenuti).

Uno degli ultimi guilty plesure è stato True Blood. Partito benissimo nelle premesse: ambientato nel profondo sud, in una piccola comunità di redneck che vedono arrivare stranieri soprannaturali come i vampiri. Mi piaceva l'autoironia, l'ostentazione a volte ridicola della violenza. Poi si è perso con le ultime stagioni.
Per le serie imprescindibili ci sarebbe da fare un discorso analogo a com'è nata la mia avventura da lettrice. Inizio con il telefilm che mi ha cresciuta (e, se volete, che mi ha deviato mentalmente): Buffy l'ammazzavampiri. Joss Whedon per me è un genio e lo dico anche col tono di chi ha un ricordo dolce del telefilm proprio perché è stato il suo primo approccio al mondo dei telefilm. Il regista ha incanalato energie adolescenziali, storie dell'orrore, ironia nera e un'estrema creatività che ha di volta in volta rivisitato leggende (ora mi viene in mente la puntata dove si conosce il fantomatico Dracula), ne ha inventato di nuove e ha rinnovato il modo di raccontare storie a puntate. Insomma, ha creato un mondo in grado di fare una cosa che molte serie americane si dimenticano di fare: crescere e rimanere costante fino alla fine.
Un'altra serie assolutamente necessaria è Mad Men. Parto dagli aspetti più superficiali come la cura delle scenografie e dei costumi. Mad Men è stato per il creatore Matthew Weiner lo studio e l'affresco di un'epoca. Non a caso tra i tanti a cui si è ispirato c'è John Cheever. I personaggi della serie sono quelli dei racconti di Cheever, ma sono vivi. Mi è difficile raccontarlo in maniera ordinata e sensata perché questa serie tv mi fa lo steso effetto dei classici.
Parliamo anche di True Detective, soprattutto della prima stagione, un misto di fotografia e interpretazioni eccellenti. Era da tempo che non si vedeva una serie di un genere canonico, tra il thriller e il noir, che valorizzasse i personaggi anche in relazione ai luoghi dove vivono, con il bel malloppo di americanità sotterranea.
Nel mio sproloquio sulle serie tv anche gli inglesi fanno la loro parte. Ci sono piccole perle come Sherlock (che ora sta spopolando, ma io aggiungerei anche Black Mirror, le prime due stagioni, Utopia, Misfits non le ultime stagioni, Inside No 9). Una delle migliori è Doctor Who, una storia imponente nata dalle premesse più semplici. Doctor Who si rigenera e si rigenera anche grazie alle sue storie. Ogni spettatore può trovare quello che cerca.


La comunità book blogger è un modo per promuovere la lettura in un contesto dove spesso invece molti lettori (ma sopratutto non lettori) sono annebbiati da libri non proprio meritevoli. Secondo te quali sono i meriti maggiori dei blog (ma anche dei canali Youtube) e i loro limiti? Cosa pensi si possa migliorare?


I meriti maggiori dei blog forse derivano dal carattere personale dei testi. Anche se credo che blog non possa essere ricondotto a un genere e a una forma precisa. I blog sono dei mutaforma ed è forse questo uno degli aspetti che li rende interessanti.
I limiti vengono dalle loro stesse caratteristiche: l'essere blog, spesso aperidici, magari confusionari e non strutturati potrebbero creare confusione o potrebbero essere poco fruibili da chi li visita. Il magico mondo del web, più di quello dell'autopubblicazione, ha aperto le porte alla scrittura incontrollata, una libertà spesso declinata male che magari non restituisce lo spazio meritato o meno.


Ovviamente, anche Fabrizia contribuisce all'esponenziale crescita delle nostre wishlist.

Domanda di default che pongo sempre a qualsiasi essere umano, essendo una fissata dei viaggi nel tempo. Dove e quando andresti, e come ti camufferesti per non essere scoperta?


In realtà il mio approccio preferito sarebbe quello di una cabina blu libera di viaggiare sulla linea temporale. Non sono sicura di voler essere spettatrice del mio passato, forse i ricordi è meglio tenerseli imperfetti così come sono. Ma sicuramente sarei curiosa di un futuro che nella mia vita non potrei vedere. E, perché no, vorrei vedere l'origine e fine dell'universo. Non ho grandi pretese, insomma. :P



Un grazie enorme a Fabrizia per aver risposto alle mie più o meno deliranti domande. Andate a seguire il suo blog, su. 

Qui i link del BBB:

Venerdì 7 ottobre - Claudia de Il giro del mondo attraverso i libri intervista Carla di Una banda di cefali 






Venerdì 18 novembre - Erica di La leggivendola intervista  Camilla di Bibliomania 



Venerdì 9 dicembre - Diletta di Paper Moon intervista Fabrizia di Il mondo urla dietro la porta 

Venerdì 16 dicembre - Camilla di Bibliomania intervista Simona di Letture sconclusionate

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